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Anacapri trekking nella natura e cucina verace

Anacapri trekking

Se dico Capri, cosa vi viene in mente? La Grotta Azzurra, ovvio, che si trova però ad Anacapri, l’altro comune dell’isola napoletana.

Un must di ogni visita sull’isola, tanto che davanti all’ingresso c’è sempre un viavai di barche che nemmeno sulla tangenziale all’ora di punta. La si può raggiungere in bus, in auto, in barca, oppure a piedi. Pensiero stupendo, tanto più che è inserita in uno degli itinerari escursionistici più spettacolari dell’isola: il Sentiero dei Fortini, che si snoda interamente nel territorio di Anacapri e collega il Faro di Punta Carena con la Grotta Azzurra. Si tratta di un percorso costiero facile, adatto a tutti, a patto di avere buone gambe, un minimo di allenamento e scarpe comode, meglio se da trekking. #Anacapriwhynot #TBnet

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Mappa maiolicata del Sentiero dei Fortini

Anacapri trekking dei Fortini

Calcolate almeno tre ore di cammino, un po’ di più se prevedete di fare delle soste, magari proprio in corrispondenza dei resti dei tre fortini situati lungo il percorso: il fortino di Pino, di Mesola e di Orrico. Costruiti dagli Inglesi sul luogo di preesistenti torri d’avvistamento borboniche, sorgono a picco sulla scogliera, in posizione strategica per il controllo delle baie della costa occidentale dell’isola.

Sospeso tra le rocce e il mare, il sentiero si snoda tra la macchia mediterranea che profuma di ginepro e lentisco. Impossibile perdersi, non temete, anche perché il percorso è disseminato di mattonelle maiolicate, opera di un noto artista locale, il maestro Rubino, che oltre a riportarvi sulla retta via, nel caso ce ne fosse bisogno, vi raccontano con immagini e parole la flora e la fauna tipiche dei luoghi che state attraversando.

Passerete anche sotto Villa Damecuta, o almeno ciò che rimane di una delle magnifiche dimore dell’Imperatore Tiberio, innamorato dell’isola di Capri al punto di decidere di lasciare Roma per venire a trascorrervi gli ultimi anni di vita.

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Escursionisti lungo il Sentiero dei Fortini

E alla fine del cammino, quella meraviglia della Grotta Azzurra sarà la meritata ricompensa della passeggiata. Mettetevi pazientemente in coda sulla scaletta che scende al mare e aspettate il vostro turno per salire sui barchini a remi che sono gli unici autorizzati a entrare nell’antro dove la luce esterna che si riflette sul fondo crea magici giochi di luce, rendendo l’acqua quasi fosforescente.

Pensate che gli imperatori romani la usavano come piscina privata, ma poi fu abbandonata per secoli, perché si credeva fosse infestata da spiriti maligni.

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Barche in coda per entrare nella Grotta Azzurra

L’oblio durò fino al 1926, quando la Grotta Azzurra viene riscoperta da un intrepido viaggiatore tedesco: una data che segna la nascita del mito di Capri e fa dell’isola una delle mete imprescindibili del Grand Tour. Tutto il resto è storia.

Anche se la tentazione è grande, sappiate che a noi comuni mortali non è permesso fare il bagno nella grotta, dove come minimo rischiereste di prendervi un remo in testa. Ma in compenso proprio lì vicino c’è il Lido di Gradola, a portata di mano per un tuffo nell’acqua fresca e limpida della scogliera.

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Giochi di luce all’interno della Grotta Azzurra

Scommetto che a questo punto vi è venuta fame, vero? Allora non dovete far altro che raggiungere Giorgio al Cucciolo, trattoria immersa nel verde, che vi delizierà con strepitosi piatti di mare come il totano con patate, l’insalata di polipo e l’insalata di mare grigliata, serviti su una favolosa terrazza panoramica. Nascosto in una stradina di collina, non è facile da trovare, quindi se non siete pratici del posto vi conviene chiedere il transfer gratuito al momento della prenotazione, un servizio davvero utile e molto gradito.

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Tavoli con vista e cucina di mare da Giorgio al Cucciolo

Se invece avete percorso il Sentiero dei Fortini in senso inverso, cioè dalla Grotta Azzurra verso il Faro di Punta Carena, tra i più potenti del Mar Tirreno, all’arrivo sarete accolti dal Lido del Faro, che oltre a una serie di terrazze solarium degradanti verso il mare, dispone anche di un ristorante con un menu di piatti stuzzicanti e veloci. Anacapri

Vi consiglio di provare la specialità della casa, cioè la caponata con tonno, acciughe, olive e biscotto di grano, piatto fresco e light, perfetto per una giornata di mare. Da qui potete ammirare uno dei più suggestivi tramonti dell’isola, anche se il più spettacolare, secondo la mia modesta opinione, è quello che si gode dal Belvedere in cima al dirupo della Migliera, che si innalza proprio alle spalle del Faro.

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Il Faro di Punta Carena
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Belvedere della Migliera

Lassù, incastonato tra il verde e le rocce, si trova anche uno dei migliori ristoranti dell’isola, da Gelsomina alla Migliera. L’ampia terrazza da cui si scorgono in lontananza le isole di Ischia e Procida è il posto ideale per un romantico tete-à-tete accompagnato dai più gustosi piatti della tradizione locale, dai classici ravioli capresi ai fusilli alla Nerano, dal coniglio alla cacciatora alla leggendaria torta caprese di nocciole e cioccolato, tutto preparato con prodotti locali o fatti in casa. E per contorno, l’impagabile panorama sul Golfo di Napoli.

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Ravioli capresi e fusilli alla Nerano da Gelsomina alla Migliera

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