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Fascino e misteri della Valmarecchia

Valmarecchia

Un intrigante itinerario in Valmarecchia, la verde vallata nell’entroterra di Rimini che custodisce il mistero della suggestiva storia di Azzurrina.

Per fare un tranquillo week-end all’insegna del mistero, non è necessario volare fino nella remota Scozia: l’Italia è piena di luoghi intriganti dove lasciarsi dolcemente suggestionare, ovviamente con una buona dose di ironia, divertendosi pure, altrimenti che gusto c’è?

Alcuni di questi luoghi si trovano dove meno te lo aspetti. Per esempio anche a un passo dalle spiagge e dalla movida della Riviera Adriatica Romagnola. Proprio così, nascosto tra le pieghe dei colli riminesi si snoda un singolare itinerario che mi incuriosiva da tempo, finché ho deciso di percorrerlo, anche se solo in parte. E le sorprese, com’era prevedibile, non sono mancate!

Valmarecchia cosa vedere

Un lungo week-end settembrino di sole e mare a Bellaria, l’ultimo della stagione estiva, è stato l’occasione che aspettavo per andare alla scoperta dell’entroterra e in particolar modo della Valmarecchia, che da Rimini s’incunea verso il cuore del Montefeltro, abbracciando il Monte Titano su cui è arroccata la Repubblica di San Marino. Un’ampia vallata di verdi colline, sormontate da borghi, castelli e fortificazioni che raccontano secoli di storia piuttosto movimentata, fatta di contese, attacchi, invasioni. E misteri. Valmarecchia

Santarcangelo di Romagna

Il primo mistero in cui ci imbattiamo lungo il nostro percorso in Valmarecchia è quello delle grotte tufacee di Santarcangelo, borgo gioiello d’impianto medievale perfettamente restaurato, dove è bello perdersi passeggiando tra vicoli, piazzette e bei palazzi nobiliari coi davanzali fioriti.

Eppure, a tanta ordinata bellezza corrisponde il lato oscuro delle circa 160 grotte scavate nel cuore del Monte Giove, quasi una città sotterranea di cui però si ignora l’origine e la destinazione. Forse erano catacombe, cantine o, chissà, luoghi dedicati al culto del dio Mitra? Gli studiosi si stanno ancora arrovellando per trovare una risposta.La Sangiovesa

Intanto, per vederle, fate come noi e prenotate un tavolo a La Sangiovesa, il più noto ristorante della cittadina dove potete gustare l’autentica gastronomia romagnola, da cui si accede agevolmente ad alcuni di questi ipogei. Noi abbiamo visitato la Grotta delle Colombaie, probabilmente la più suggestiva, che scende nelle viscere del paese fiancheggiata da nicchie in cui sono sistemati modelli in scala di colombaie (da qui il nome) tipiche della zona.

Al termine della discesa, ecco la Sorgente dei Desideri intitolata alla leggenda di Penelope scritta da Tonino Guerra, romagnolo doc che era abituale frequentatore dell’osteria insieme a Federico Fellini, autore dell’immagine dell’insegna del locale.

San Leo

San Leo

Ci dirigiamo poi verso San Leo, ultima dimora forzata del Conte Cagliostro, passato alla storia come avventuriero, mago, ciarlatano, alchimista, tombeur-de-femme e chissà cos’altro, che finì i suoi giorni in un’angusta cella della Rocca che domina la Valmarecchia, accusato d’eresia.

Secondo i documenti dell’epoca il suo cadavere sarebbe stato tumulato nelle vicinanze, ma in realtà del corpo si è persa ogni traccia, alimentando, come potete immaginare, innumerevoli leggende, più o meno fantasiose. Fatto sta che ancora oggi nella sua cella pare accadano fenomeni inspiegabili, che non fanno altro che alimentare il mito di Cagliostro e attirare frotte di visitatori curiosi.

Castello di Montebello

Non è da meno il Castello di Montebello, più nota come il castello di Azzurrina, millenaria fortezza che nei secoli fu teatro di assalti, tradimenti, uccisioni e tragedie, nonché dell’inquietante storia di Azzurrina. Azzurrina chi? Se siete appassionati di storie del mistero e dell’ignoto, sapete già tutto e di più sulla bambina scomparsa e perché a distanza di secoli la sua storia è ancora attuale.

In caso contrario, dovete sapere che Azzurrina era il soprannome di Guendalina Malatesta, piccola albina dagli occhi azzurri figlia di Ugolinuccio di Montebello, sparita nel nulla all’età di 5 anni, il 21 giugno del 1375, giorno del solstizio d’estate, mentre rincorreva la palla di stracci con cui stava giocando, caduta in una botola sotterranea.

Nonostante le ricerche, della piccola non si trovò più traccia, ma pare che il suo spirito non abbia mai abbandonato il castello. O almeno così vuole la leggenda, secondo la quale il fantasma di Azzurrina starebbe ancora vagando tra le mura della fortezza, facendo spesso sentire la propria presenza.

Visita notturna del castello di Azzurrina

Come? Per scoprirlo abbiamo prenotato la visita notturna, che inizia alle 22,30 (l’ultima è alle 23, in inverno solo il sabato sera) e rivela il lato più oscuro del castello di Azzurrina e della sua storia. A differenza delle regolari visite diurne, che illustrano la storia, l’architettura e il ricco mobilio della residenza nobiliare dei conti Guidi di Bagno, al calar delle tenebre ci si concentra infatti sulle suggestioni paranormali che emana il luogo.

La location del resto si presta alla grande e tra lugubri saloni, ripide scale a chiocciola e oscuri passaggi, vi assicuro che non è poi così difficile lasciarsi impressionare dal racconto della triste storia di Azzurrina e delle apparizioni del suo fantasma, che si verificherebbero ogni cinque anni nell’anniversario della scomparsa della piccina, meglio se fuori imperversa un bel temporale con tuoni e fulmini, nel più classico stile noir. Castello di AzzurrinaTutto qui? Certo che no. Il racconto è ovviamente avvalorato dai segni lasciati dallo spettro in giro per il palazzo e come nelle migliori pièce teatrali, non può mancare il colpo di scena, che arriva puntuale nella sala in cui Azzurrina sarebbe stata vista viva per l’ultima volta.

E’ qui che ci vengono fatte ascoltare le registrazioni fatte al castello da studiosi di fenomeni paranormali a partire dal 1990. Si sentono sussurri, forse un singhiozzo di bambino, suoni indecifrabili e poi…un lugubre coro di urla (umane?) lontane. E’ a questo punto che, inevitabile, scatta il brivido lungo la schiena!

Anche se siete portatori sani di rigoroso scetticismo verso ogni fenomeno che non abbia una spiegazione razionale. Sarà l’atmosfera tetra del castello, la nebbia che sale dalla valle, le nuvole che oscurano la luna, ma quelle voci fanno davvero rabbrividire. All’uscita, c’è chi si lascia andare all’emozione, chi cerca di dare una spiegazione logica a quanto appena visto e sentito e chi, semplicemente, si allontana il più in fretta possibile dal castello e dai suoi misteri.

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