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Ferrara cosa vedere nella città estense

Ferrara cosa vedere

Ferrara cosa vedere nell’elegante città estense dell’Emilia Romagna, guida al magnifico centro storico rinascimentale patrimonio mondiale UNESCO.

Una delle città più affascinanti d’Italia, Ferrara conserva un prezioso centro storico ricco di palazzi, chiese e monumenti che riportano alla favolosa stagione della corte Estense. Riconosciuta Patrimonio Mondiale Unesco, va scoperta a ritmo lento, a piedi o in bicicletta, lasciandosi incantare dalle sue innumerevoli attrazioni. Qui ve ne presento dieci, ma in realtà sono molte di più: pronti a scoprire quali sono?

Ferrara cosa vedere

1. Castello Estense

L’iconico Castello Estense, che si erge sul fossato con le torri, tra cui spicca la Torre dei Leoni, punto panoramico da cui ammirare il centro ferrarese. Era la residenza degli Este costruita nel 1385 come fortezza per il controllo politico e militare, diventata poi la residenza dei duchi.

Cuore pulsante della vita politica e culturale della Ferrara rinascimentale, il Castello Estense risale in gran parte al XIV secolo. Di magnifiche proporzioni, è una fortezza concepita a scopo difensivo attorno a un cortile centrale, con tanto di fossato, ponte levatoio e torri quadrate in ogni angolo collegate da alte mura.

Nel XVI secolo, sotto il governo di Alfonso I (1505-1534), divenne una straordinaria fucina creativa. In questo periodo gravitano e lavorano nelle stanze del Castello artisti del calibro di Dosso Dossi, Michelangelo, Giulio Romano, Tiziano, Fra Bartolomeo.

Qui, come racconta Agostino Mosti nelle cronache di corte, Alfonso si faceva leggere da Ludovico Ariosto le bozze dell’Orlando furioso.

Di fronte al Castello si allunga Corso Ercole I d’Este, la strada che congiunge alla porta nord delle mura della città, attraversando l’Addizione Rinascimentale voluta da Ercole I, che grazie all’architetto Biagio Rossetti ha ampliato la città e creato palazzi di pregio come il famoso Palazzo dei Diamanti.

2. Cattedrale di San Giorgio

Posto nel cuore di Ferrara, di fronte al municipio e a due passi dal Castello Estense, la Cattedrale di San Giorgio vanta una facciata in marmo riccamente decorata con sculture molto elaborate relative a storie bibliche e al Giudizio Universale.

La parte inferiore della facciata è in stile romanico con archi a tutto sesto, mentre i livelli superiori sono in stile gotico con i tipici archi a sesto acuto. I leoni a guardia dell’ingresso principale sono repliche più recenti, essendo gli originali custoditi all’interno della cattedrale, caratterizzato da uno stile barocco d’inizio XVIII secolo.

Sul lato sinistro della cattedrale corre un lungo porticato medievale, sotto il quale si trovano negozi di souvenir e botteghe artigiane.

3. Museo della Cattedrale

Capolavori artistici che un tempo adornavano chiese e monumenti cittadini oggi sono conservati presso il Museo della Cattedrale in Via San Romano 1. Tra questi, opere d’arte rinascimentali come le formelle del Maestro dei Mesi, la maestosa Madonna della melagrana di Jacopo della Quercia e le monumentali ante d’organo raffiguranti San Giorgio e il drago e l’Annunciazione di Cosmè Tura.

4. Palazzo dei Diamanti – Pinacoteca Nazionale

Centro ideale della cosiddetta “Addizione Erculea”, il Palazzo dei Diamanti di Corso Ercole I d’Este 21 era una delle dimore cittadine degli Este e deve il suo nome alla particolare decorazione a rombi sulla facciata. Ariosto, che godeva di molti privilegi all’interno della corte, sicuramente, ebbe modo di visitarlo più volte.

Forse, questi versi del Furioso, sono riferiti proprio al palazzo: «Surgea un palazzo in mezzi alla pianura / ch’acceso esser parea di fiamma viva […] / che tutto d’una gemma è ‘l muro schietto / più che carbonchio lucida e vermiglia» (XXXIV, 51,53).

Dal 1866 il Palazzo dei Diamanti ospita, al piano nobile, la Pinacoteca Nazionale che vanta, tra i suoi capolavori, una vasta collezione di opere del XVI secolo di artisti locali come, Dosso Dossi, Garofalo, Bastianino.

5. Palazzo Schifanoia

La delizia estense di Schifanoia in Via Scandiana 23 a Ferrara, fu eretta nel 1385 per volere di Alberto V d’Este. L’austera facciata in mattoni rossi cela la meraviglia del Salone dei Mesi di epoca rinascimentale, affrescato dai più rinomati pittori di corte.

Un’opera straordinaria che esercitò uno grande fascino anche su Ludovico Ariosto che, nelle pagine dell’Orlando Furioso, fa rivivere alcuni dei temi rappresentati sulle pareti di Schifanoia: il fantastico mondo cavalleresco, temi astronomici e astrologici, il mondo della corte.

6. Le Mura di Ferrara

Il centro storico è ancora in gran parte circondato da diversi chilometri di mura con una serie di fortificazioni frutto dell’aggregazione di vari apparati difensivi, costruiti dalla sua fondazione fino alla guerra contro Venezia (iniziata nel 1482). Lungo le Mura di Ferrara, si può passeggiare o pedalare per 9 km nel verde, osservando baluardi, torrioni, cannoniere, porte, passaggi, strutture difensive che hanno contribuito a proteggere la città, immersi fra alberi e prati. E poi proseguire verso via delle Erbe, un pezzo di campagna nel mezzo della città.

7. La casa di Ariosto

Tra le cose da vedere a Ferrara c’è sicuramente la casa di Ludovico Ariosto, in Via Ariosto 67, la dimora dove trascorse gli ultimi anni di vita dedicandosi alla terza e definitiva redazione dell’Orlando furioso (1532). Qui il poeta morirà il 6 luglio 1533, a 58 anni.

Da notare, sulla facciata, la celebre iscrizione «Parva, sed apta mihi, sed nulli obnoxia, sed non sordida, parta meo, sed tamen aere domus» (La casa è piccola ma adatta a me, pulita, non gravata da canoni e acquistata solo con il mio denaro).

8. Tomba dell’Ariosto alla Biblioteca Ariostea

Il fastoso monumento funebre in marmi policromi coronato dal busto ritratto di Ariosto, si trova nella Sala maggiore della Biblioteca in Via delle Scienze 17. Intitolata al poeta, la biblioteca, possiede molti suoi rari e preziosi manoscritti. Una grande lapide a lui dedicata si trova sul pianerottolo dello scalone d’onore.

9. Giardino delle Duchesse

Da questo giardino, creato nel 1481 e fiancheggiato da due logge, si giungeva al castello di Ferrara. Locus amoenus per eccellenza, il Giardino delle Duchesse potrebbe aver ispirato l’Ariosto – insieme al giardino pensile del castello – nella descrizione dei giardini immaginari che si trovano nell’Orlando (giardino di Alcina, giardino di Logistilla).

10. Ferrara Ebraica

L’itinerario può continuare nella Ferrara Ebraica, che nasce da Via Mazzini fra stradine e abitazioni di cotto rosso, dove scorgere il Museo ebraico e delle Sinagoghe, ricco di oggetti tradizionali e di culto, e nei luoghi di testimonianza della città che si incrociano con gli itinerari letterari dello scrittore ferrarese Giorgio Bassani, alla ricerca reale ed immaginaria del Giardino dei Finzi Contini. In Via Piangipane vale la pena fermarsi al MEIS – Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah.

Ferrara Dove Mangiare e Bere

Makoré

Cucina creativa, autentica e di trasformazione da Makoré, ristorante di fine dining dove il pesce è il protagonista assoluto della tavola. Gli chef Denny Lodi Rizzini e Gianluca Greco omaggiano la bella stagione con un menu leggero, fresco e sfizioso, un viaggio attraverso piatti di tradizione e non solo, reinterpretati con accenti creativi e divertenti.

Tra gli antipasti, lo Sgombro, salicornia e carpione, un omaggio a Venezia, la città del cuore degli chef, dove hanno lavorato vari anni prima di arrivare a Ferrara.
Tra i primi spicca la Canatella, granchio, cipolla e zuppetta di miso, il signature dish, connubio tra due tipi di pasta, il cannellone e la tagliatella. A partire da due formati tipici, gli chef hanno ideato un ibrido per regalare al pubblico una nuova esperienza nel rispetto della tradizione.  Come secondo, imperdibile il Merluzzo al cartoccio, che in realtà al cartoccio vero e proprio non è, e per chiudere in dolcezza la Brazadela, altro signature dish, rivisitazione di un dolce tradizionale ferrarese del 1200 che veniva preparato in occasione delle festività.

Oltre al menù alla carta, Makoré offre due percorsi di degustazione, entrambi alla cieca.
Il primo, “Racconto”, è una proposta di 5 portate ispirata alle culture locali e stagionali, il cui leitmotiv è “l’antispreco” che dà valore alle materie prime, minimizzando lo scarto. Il secondo, “Viaggio”, si compone di 8 suggestioni, un percorso basato sulle esperienze vissute in Italia e all’estero che tramite ricerca e sviluppo vengono riproposte.

Enoteca “al Brindisi”

Aperta nel 1435 e conosciuta, allora, come “Hostaria del Chiucchiolino”, l’enoteca al Brindisi di Via Adelardi 11 (all’epoca via del Gorgadello) fu frequentata da molti artisti illustri (Benvenuto Cellini, Tiziano, Torquato Tasso) tra cui l’Ariosto che, nella sua commedia La Lena, la ricorda scrivendo: “gli occhi di cuchiolin più confarebbonsi di Sabbatino Mariano e simili, quando di Gorgadel ubriachi escono”.

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