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Maldindia, uno spettacolo sull’India e sull’essenza del viaggio

Maldindia

Conoscevo il Mal d’Africa, quella sorta di malìa che colpisce il viaggiatore che si avventura lungo le strade e tra le genti d’Africa, da cui pare non si guarisca mai. Tutt’al più se ne possono alleviare i sintomi facendo ritorno più e più volte nel continente africano. Comunque sia, non ne ho mai sofferto, nonostante abbia viaggiato a lungo in Africa.

Del Maldindia invece non avevo mai sentito parlare. Fino a stasera, che ho avuto la fortuna di assistere qui a Genova all’omonimo spettacolo di Pierpaolo Di Nardo, tra gli eventi più attesi del Festival Viaggiando il Mondo. E rapita dall’appassionante narrazione di questo viaggiatore raccontastorie, ho capito che al Maldindia potrei anche cedere, un giorno, considerata la passione profonda che mi lega all’Asia. “…perché – come recita l’autore – una volta che hai l’India dentro, non puoi più farne a meno” e se conoscete l’India sapete quanta verità e ineluttabilità siano racchiuse in questa frase.

Con immagini, musiche e ricordi personali, Di Nardo ci avvolge di emozioni, immergendoci nel caos del traffico indiano, nella violenza del monsone, nel misticismo delle religioni e del Gange, il fiume sacro. Così capisci perfettamente cosa intende quando dice che “il Maldindia ti salta addosso, c’è e ti cammina dentro”.

Poi, con un cambio di prospettiva, realizzi che la stessa cosa vale anche per il viaggio, una volta che l’hai fatto ce l’hai addosso, resta sempre con te. Perché i viaggi diventano ricordi e noi non siamo altro che ricordi. Ricordatelo.

E se poi ne avete l’occasione, non perdetevi questo spettacolo sull’India, ma soprattutto sull’essenza del viaggio come modo di essere, di vivere, di sentire e di capire il mondo.

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