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Paese che vai, benvenuto che trovi

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Siete in partenza per una destinazione esotica dall’altra parte del mondo? Allora vi sarà certamente utile conoscere in anticipo le abitudini locali, almeno per quanto riguarda il saluto di benvenuto, per evitare momenti imbarazzanti. C’è infatti chi tira fuori la lingua e chi si inchina, chi strofina il proprio naso contro quello di chi gli sta di fronte e chi dona una sciarpa di seta… Ecco allora una carrellata dei tantissimi modi di dare il benvenuto praticati in giro per il mondo.

Nuova Zelanda

Un viaggio nella lontana Nuova Zelanda vi permetterà di assistere ad una cerimonia di benvenuto davvero molto particolare e “intima”. Gli autoctoni, infatti, accolgono i visitatori con la hongi, tradizionale saluto Maori. La hongi, cerimonia dalla storia centenaria, consiste nel toccare con fronte e naso la fronte e il naso della persona che si ha di fronte; si tratta di un rito simbolico legato alla ha, il respiro della vita, che avrebbe origine direttamente da Dio. Una volta compiuto questo gesto, non si è più considerati manuhiri o ospiti, ma tangata whenua, cioè persone del luogo, con tutti i diritti e i doveri che ne derivano.

Tibet

Sicuramente è un gesto poco educato in tutto il mondo, ma in Tibet tirare fuori la lingua è il modo tradizionale per dare il benvenuto. La tradizione risale al IX secolo, durante il regno del malvagio re tibetano Lang Darma, che si dice avesse la lingua nera. Alla sua morte, i tibetani erano così terrorizzati che il re Darma potesse essersi reincarnato, che iniziarono a salutarsi tirando fuori la lingua per provare di non essere la reincarnazione del diabolico re. La tradizione continua ancora oggi ed è spesso accompagnata dalle mani giunte davanti al petto.

Mongolia

Durante un viaggio in Mongolia avrete l’opportunità di assistere all’antica cerimonia di benvenuto praticata ancora oggi nelle aree rurali del Paese. Quando accolgono un ospite in casa propria, i Mongoli offrono in dono un hada, una striscia di seta o di cotone, generalmente di colore bianco, azzurro o giallo. Se siete così fortunati da ricevere un hada, dovete fare un leggero inchino mentre lo stringete fra le mani; l’atto di donare o ricevere un hada e l’inchino sono un segno di reciproco rispetto, un valore molto importante nella cultura mongola. A seconda della regione che scegliete di visitare, è comune anche lo scambio di pipe e tabacchiere.

Giappone

L’accoglienza è molto importante in Giappone e l’inchino è il modo tradizionale per dare il benvenuto agli ospiti. L’inchino tradizionale può variare da un leggero cenno con il capo fino ad una flessione di novanta gradi; più lungo e profondo è l’inchino, maggiore è il rispetto che si porta alla persona che si ha davanti. Se il benvenuto avviene sul tatami, tradizionale pavimentazione giapponese, prima di fare l’inchino è necessario inginocchiarsi. Fra i giovani giapponesi sono comuni leggeri cenni con il capo invece dei tradizionali inchini, per un benvenuto più informale e casual.

Kenya

Chi fa un viaggio in Kenya non può fare a meno di entrare in contatto con i Masai, la tribù più conosciuta del Paese. I più fortunati potranno poi assistere ad una delle tradizioni più affascinanti, la danza di benvenuto dei Masai; la danza è chiamata adamu, la danza del salto, ed è eseguita dai guerrieri della tribù. Tradizionalmente la cerimonia inizia con un racconto e si conclude con i danzatori che si sfidano a chi salta più in alto, dimostrando ai visitatori la forza e il coraggio della tribù. Spesso a chi va in visita viene offerta anche una miscela di latte di mucca e sangue, quindi se siete deboli di stomaco…preparatevi!

Groenlandia

In molte località dell’Artide, inclusa la Groenlandia, il saluto tradizionale degli Inuit è conosciuto come kunik. Il kunik è un saluto affettuoso che solitamente ci si scambia fra familiari o persone care e prevede che si prema il naso sulla pelle dell’altra persona e si faccia un respiro profondo. In Occidente il bacio all’eschimese, nel quale due persone strofinano i propri nasi, è diventato un gesto molto famoso, anche se non comunemente praticato.

Cina

Il tradizionale benvenuto cinese si chiama kowtow e prevede che si faccia un inchino a mani giunte davanti al petto e, se si è una donna, la wanfu, un movimento delle mani giunte lungo il corpo. Il kowtow ha origine ai tempi del leggendario imperatore Xuan Yuan e veniva fatto davanti all’imperatore stesso o durante cerimonie importanti come i matrimoni; oggi non è molto comune, ma il saluto a mani giunte è comunque un gesto apprezzato.

Thailandia

Il saluto tailandese chiamato wai è un’elegante tradizione che prevede un inchino a mani giunte mentre si pronuncia la formula “Sawaddee”. Andando in Thailandia noterete che la posizione della mani può cambiare molto: più alte sono rispetto al viso, maggiore è il senso di rispetto che si mostra con il wai. Questa usanza è nata per dimostrare di non portare con sé armi, ma oggi è ancora molto usata per mostrare il proprio rispetto nei confronti della persona salutata.

Filippine

Andando nelle Filippine avrete la possibilità di assistere ad una delle più originali cerimonie di benvenuto del mondo. Quando una persona più giovane si rivolge ad una più anziana deve fare un piccolo inchino, prendere la mano destra della persona più anziana e fare in modo che le nocche tocchino la propria fronte. Una volta compiuto questo gesto, la persona più giovane deve dire “Mano Po”, una formula che indica profondo rispetto.

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