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Itinerari di Gusto (3)

parmigiano-reggiano

La provincia di Mantova offre ben 300 km di strade di vini e sapori per gustare le eccellenze agroalimentari del territorio e i piatti della tradizione: dai famosi tortelli di zucca al salame, dalla mostarda mantovana al risotto alla pilota con le salamelle, dal Grana Padano, prodotto sulla riva sinistra del Po, al Parmigiano Reggiano, prodotto sulla riva destra.

E per finire la sbrisolòna, la torta caratteristica per il suo impasto duro e friabile che, più che venire tagliata, si “sbriciola” in grossi pezzi irregolari e che si accompagna perfettamente ad un buon bicchiere di Lambrusco dolce. Le Botteghe del Gusto sono l’ideale per uno shopping culinario di alta qualità, prima di fermarsi a pranzo, in uno dei vicoli nei pressi del Palazzo Ducale, al Ristorante Aquila Nigra, vecchia casa che conserva ancora alcune caratteristiche originali e che offre, nella porta accanto, anche un bellissimo bistrot di design contemporaneo.

Un passaggio nel Polesine, che identifica tutta la provincia di Rovigo, porterà il viaggiatore in una gastronomia che unisce tradizioni cittadine e della campagna: dalle anguille e pesci d’acqua dolce, al pregiato storione del Po da mangiare lesso o in umido, fritto o arrosto, le cui uova danno un caviale squisito; dalla cacciagione acquatica cotta con particolari procedimenti culinari alla Bondiola affumicata, famoso insaccato del Basso Polesine.

E per chi avesse ancora dei dubbi che per queste zone la cucina è una cosa seria, ci sono oltre 20 Musei del Gusto come ulteriore tributo alla cultura enogastronomica locale: da quello del Prosciutto, a Langhirano a quello del Parmigiano Reggiano, a Soragna (entrambi nella provincia di Parma), da quello dell’Aceto balsamico tradizionale a Spilamberto (Modena) al Giardino delle Erbe di Casola Valsenio (Ravenna), dal Museo del tartufo, a Borgofranco sul Po al Museo del salam casalin”, a Moglia (entrambi nella provincia di Mantova).

Fino al Museo dell’Anguilla di Comacchio (Reggio Emilia) da non perdere se si vuole capire l’intero ciclo di lavorazione delle anguille, che una volta pescate, ripulite e fatte a tranci, vengono infilate in lunghi spiedi, disposti davanti ai 12 camini della Sala Fuochi per la cottura e quindi spostate nella Sala degli Aceti dove vengono ricoperti dalla salamoia (sale, acqua, alloro, aceto) per la marinatura, messi in barili e scatole e chiusi ermeticamente per la vendita.

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