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Timbuctu Music Festival

Timbuctu Music Festival

Nel 2010 ricorre la decima edizione del Timbuctu Music Festival che si svolge in un non-luogo: tra dune di sabbia bianca, soffice, nei pressi di un villaggio di nomadi tuareg. Il luogo – o se si preferisce il non-luogo – ha un nome: Essakane. Essakane, a 60 chilometri di pista sabbiosa da Timbuctù – la città mito per i viaggiatori di tutti i tempi – è il luogo degli eccessi. Prima di tutto il NIENTE, il niente appunto rappresentato dal non-luogo, e insieme il TUTTO: centinaia di persone che arrivano dalle più diverse latitudini per assistere durante i tre giorni ad un festival il cui allestimento necessita l’installazione e dunque il trasporto di TUTTO sul luogo, con uno sforzo organizzativo “mica da ridere!”

Il risultato: appunto una continua oscillazione tra il niente ed il tutto. Lunghe ore durante il giorno in cui ci si confronta con l’ambiente del deserto. Corse di cammelli, giochi tradizionali tuareg, pazienti attese per eventi che sembrano sempre tardare (ma quando iniziano?… qualcuno ha un programma?…). E poi: l’esplosione! Qualcosa d’inimmaginabile… che nessun regista riuscirebbe a riprodurre. La notte, dopo le 20 (ma le prime esibizioni cominciano già verso le 16 o le 17).

Una musica che dipinge il blu opaco della notte, che taglia il freddo dell’aria, che induce al ballo, all’ascolto sdraiati sulla sabbia, ad invocare tra noi e noi persone care, ovunque siano nel mondo, chiedendo loro: “ma perché non siete qui?”. Ma il niente è sempre lì, dietro l’angolo, rappresentato da un aspetto informale che fa sorridere: accanto al palco, le tende degli artisti. I loro nomi sono scritti – con calligrafia incerta – a penna: Salif Keita, Habid Koite… Oppure, il programma. Certo che c’è! Averlo significa sapere cosa probabilmente NON succederà.

Un aneddoto personale può aiutare a capire. Il sottoscritto chiama nel 2003 Ali Farka Touré. “Ali, stiamo preparando un viaggio ad Essakane, per il Timbuctu Music Festival… sai dov’è questo posto?” Ali: “Mai sentito”. Il sottoscritto: “Ali, hai interesse a sapere dov’è perché sei segnalato fra gli artisti che devono suonare!” Ali: “Ah sì?Suonare? Non lo sapevo!” Segnalo per correttezza che la performance del grande “bluesman del deserto” Alì Farka Touré, nato e vissuto non lontano da Timbuctù, è stata uno dei momenti più belli della storia oramai decennale del festival…

Andare ad Essakane ed aspettarsi un Timbuctu Music Festival normale significa sbagliare posto. Andare ad Essakane ed aspettarsi un festival di musica assolutamente grandiosa in un clima, in un’atmosfera del tutto particolari, allora vuol dire fare una buona scelta.

La musica appunto: blues sahariano, ritmi tuareg con strumenti tradizionali e moderni, qualche melodia africana di altro genere (nel 2009 un artista di Capo Verde ha lasciato un ottimo ricordo), un po’ di rap, tanto pop sempre di stile africano. Il festival è la vetrina prima di tutto della musica maliana, che ha oramai un auditorio mondiale. I suoi artisti fanno tournée ovunque. E il Timbuctu Music Festival ad Essakane rovescia la logica, portando il pubblico a casa loro.

Ma Essakane è anche il palcoscenico ideale per musicisti europei che si riconoscono in una corrente musicale che oggi si definisce World Music.

Quanto alla logistica per i nostri ospiti: tende igloo, tenda ristorante, docce e toilettes da campo. Ristorazione di qualità, un clima conviviale con un falò permanente che riscalda i corpi, induce a lunghe conversazioni notturne e anche a qualche ballo. Il vino sembra che aiuti e non manca.

Due ultime note che aiutano a capire: sotto il palco, il pubblico è meticciato. L’evento attira tutti. Non si tratta di qualcosa per “bianchi”. Chi c’era nel 2009, ricorda l’entusiasmo straripante dei vari commercianti locali di stanza con le loro bancarelle all’annuncio della presenza di Salif Keita. Hanno abbandonato i loro commerci per andare sotto il palco… (Business is business, ma non di solo pane vive l’uomo! ). Sempre nel 2009 una brass band francese (fanfara) si è esibita per giorni senza fare economia di fiato. “Dilettanti” che mescolavano ritmi jazz con melodie più francesi. Il loro entusiasmo è stato contagioso ed ha confermato che la musica è soprattutto un affare di cuore. Ed attenzione, ad Essakane ci si può anche lasciare il cuore!

A cura di Roberto / Coordinamento in Mali per il Timbuctù Music Festival

Photo Credit:
By PGskot – Own work, CC BY-SA 4.0, https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=64478264

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