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Il Mondo di Steve McCurry alla Venaria Reale

SteveMcCurry - La ragazza afghana

Quanta strada bisogna macinare per diventare Steve McCurry, il più grande fotografo di reportage di tutti i tempi?

La risposta è racchiusa nella strepitosa mostra alla Venaria Reale (fino al 25 settembre 2016), intitolata non a caso “Il Mondo di Steve McCurry”, che è appunto un lungo viaggio sulle strade del mondo durato finora una trentina anni, dall’Afghanistan all’India, dal Sudest Asiatico all’Africa, da Cuba agli Stati Uniti, dal Brasile all’Italia.

SteveMcCurry

Steve McCurry, la “Ragazza Afgana” ed io alla preview della mostra alla Venaria Reale

Organizzata da Civita e SudEst57, è la mostra più completa che sia mai stata fatta nel nostro paese. Attraverso oltre 250 foto di grande formato racconta l’avventura professionale di un mito indiscusso per intere generazioni di fotoreporter, per il quale il viaggio è diventato una dimensione di vita: «Perché già il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile». Mostra SteveMcCurryIl percorso di visita si apre con una sezione inedita di foto in bianco e nero scattate tra il 1979 e il 1980 nel suo primo reportage in Afghanistan, dove era entrato insieme ai mujaheddin che combattevano contro l’invasione sovietica, e si conclude con alcune foto recenti, scattate di nuovo in Afghanistan, un paese che ama profondamente e al quale deve la notorietà planetaria. Mostra SteveMcCurryFu infatti nel campo profughi di Peshawar che nel 1984 fotografò la “Ragazza afgana”, divenuta un’icona assoluta della fotografia mondiale e, manco a dirlo, scatto-simbolo della mostra. Qualche metro più in là c’è anche “Sharbat Gula”, un’immagine della stessa ragazza, diventata ormai donna, scattata da McCurry nel 2002, dopo averla finalmente ritrovata al termine di una lunga ricerca durata 17 anni. Mostra SteveMcCurry«Nella prima c’era sorpresa e curiosità, dopo 17 anni e 4 figli la sua pelle segnata tradiva una vita dura e faticosa, ma anche la storia e la paura di un popolo». Gli occhi però sono gli stessi, anche se raccontano storie diverse. Mostra SteveMcCurryE proprio gli sguardi potenti dei suoi ritratti, colti con straordinaria intensità, sono la cifra distintiva dell’esposizione che si dipana come una sorta di girotondo dove si mescolano età, culture, etnie. Mostra SteveMcCurryEspressioni che solo in apparenza sembrano colte al volo, ma in realtà sono frutto di un paziente lavoro per conquistare la fiducia delle persone che fotografa: «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te». Mostra SteveMcCurryIntensità dei luoghi e centralità delle persone contraddistinguono anche i 40 suggestivi scatti, esposti in mostra e realizzati da McCurry tra i produttori di caffè in Africa, America Latina e Asia nell’ambito di ¡TIERRA!, il principale progetto di sostenibilità realizzato da Lavazza. Mostra SteveMcCurryNon mancano poi gli scatti più terribili, che documentano la guerra, la violenza e le atrocità di cui, purtroppo, l’umanità sa rendersi protagonista e che ha documentato con il suo obiettivo di reporter, dalle Torri gemelle fotografate dal suo studio a New York alla guerra del Golfo, dalla guerra in Afganistan al Giappone dopo lo tsunami, dai bambini soldato reclutati in particolare nel Medio Oriente. Mostra SteveMcCurryOgni scatto è una storia compiuta, resa ancora più viva ed emozionante dalle parole dell’autore, che nell’audioguida a disposizione di tutti i visitatori e inclusa nel biglietto di ingresso (€12), racconta in prima persona le sue foto con aneddoti e appassionanti testimonianze.

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